La grande madre
Noi siamo acqua, al 70%, in media. Fossimo
meduse
lo saremmo
al 90%. L’acqua
è struttura, madre, figlia, insomma materia della creatura che siamo.
Per
questo possiamo affermare che siamo acqua. Con l’attenzione che se non
c’è
un po’ d’acqua almeno, non c’è vita. Ossigeno una volta, idrogeno due,
è
la formula chimica dell’esistenza se solo c’è qualcosa d’altro che
porta
il segno per cui H2O dà la vita.
L’acqua è molto sensibile alle
trasformazioni, in
meno di 100
gradi
Celsius, neanche tre volte quella di una creatura umana, passa dal gas
più
rarefatto alla durezza del ghiaccio in cui a volte si può solidificare
la vita
per un certo tempo. Quale altra sostanza ha questa capacità? È insomma
un
soffio d’eternità che passa in questo composto allo stato più frequente
in
cui si esprime la superficie del nostro pianeta. Il racconto della vita
è
racconto d’acqua, dove il resto è punteggiatura e ritmo di dinamismo
organico, ma senza acqua non c’è musica, esistenziale.
E poi? Cos’è l’acqua per il resto, fuori
della
vita? Il grande
trasportatore, livellatore, fecondatore, artista planetario. Tutto
quello che
vediamo è trasformazione dei quattro elementi antichi, dove comunque se
non c’è
ossigeno e idrogeno in condizioni equoree ben poco avviene e si forma.
Con
parziale eccezione del fuoco.
Ma ancora aldilà della vita e del senza-vita nel pianeta, cos’è
l’acqua?
È linguaggio e maestra delle misure che ci
servono
per vivere,
quale ritmo,
pressione, trasformazione e ampiezza d’uso oceanico e terrestre. Forse
l’energia
elettrica che tutto permea nel cosmo ha trovato in questa
dolce essenza la sua più grande compagna per l’eternità.
Stanislao
Nievo
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