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"Per
creare, mi sono
distrutto"
Pessoa, Il libro dell'inquietudine
Quel
che si è
ereditato dai padri
lo si deve riconquistare se lo si vuole possedere davvero.
Ma
per
arrivare a tanto occorre da principio liberarsi di tutto quel che ci è
stato consegnato - senza per altro averlo richiesto -, esercitando con
rigore la
difficile arte del disapprendere,
la sola capace di affrancarci da tutto, persino dalla libertà; solo
così il mondano sospende il suo assedio, permettendoci di attingere
l'autenticità del tempo che ci è toccato in sorte.
Nondimeno,
entrare nel buio dell'incertezza per smarrire se stessi provoca
dapprima sgomento e poi terrore: possenti sono i bastioni eretti dalla
paura, in pochi li
superano - negli occhi di quei pochi si riflette il futuro.
Ma lungi dall'essere mistico, il disapprendere è fedeltà alla terra:
mentre le moltitudini giubilanti migrano, in branchi, per visitare
luoghi, voci, popoli, colui che è divenuto lieve ha riscattato, a duro
prezzo, la capacità di farsi occupare dai mondi,
rinato viandante meticcio ha tanto spazio interiore da accogliere e
ospitare qualsiasi incontro, qualsiasi volto, senza più timore di
doversi pre-occupare
di sé.
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