L’acqua, la memoria e l’oblio.
Ma la memoria si fonda tutta sul suo
opposto:
l’oblio.
E’ solo in virtù della possibilità di dimenticare che possiamo
ricordare.
Non potremmo mai trattenere memoria di tutto ciò che viviamo, vediamo,
pensiamo, se non vi fosse la possibilità di abbandonare ciò che
giudichiamo
inessenziale, dannoso, superfluo, oscuro, inquietante, stupido.
Di conseguenza è corretto affermare che è
solo
grazie
all’oblio che la
mente costruisce il suo giacimento e il cuore la sua linfa. Di
rimembranze
infatti si irriga il cuore, non si dice infatti ricuordare, portar nel
cuore,
quando si vuole dire che si tratterrà memoria di qualcosa? Quel
qualcosa di
cui, invero, non si dice che è nel cuore (come i sentimenti più
corrotti e
penosi) ma che sta a cuore (come le grandi idee o le grandi passioni).
Non saremo mai grati abbastanza per la
possibilità
di
disapprendere, ciò
che ci fa lievi e nuovi, cioè essere storici.
Eppure tutta la storia intellettuale
dell’umanità
può essere
considerata
come una lotta per la memoria, il libro la principale vittima di questa
lotta.
Alcuni decenni fa la forma di questa lotta si è mostrata, a Firenze,
sulle rive
dell’Arno: irruenti, le acque del fiume entrano nelle stanze della
biblioteca
nazionale, nei sotterranei in cui si custodiscono i testi antichi,
preziosi e
silenti custodi del sapere e della civiltà fiorita dal Rinascimento,
per
strapparli a forza di flutti e fango dai loro scaffali e renderli così
illeggibili, inutilizzabili, morti. Nelle mani che lottano, coperte di
limo, per
affrancare un altro libro ancora dalla violenza dell’acqua si traccia
il
profilo dello scontro. E l’acqua, ingenua e crudele com’è tutta la
natura,
avvia così l’agone con l’umanità per vedere chi avrà il possesso ultimo
della memoria: il fiume o la biblioteca, lo scorrere o il dimorare
immobile?
Hermes il messaggero degli dei (noto anche
col
nome di
Mercurio), oltre che
guida dei viandanti e protettore dei sogni, gioca sempre d’astuzia: non
si
dovrà prima abbandonare quel che si è ereditato dai padri per poterlo
riconquistare davvero?
Il futuro rinasce nell’eterna dialettica
fra
traccia e
dimenticanza, anche
in questo angolo del sistema solare.
Emilio
Vergani
|
|