Come luce
francesco sine pelizzoni
come luce
perderemo
e di rimbalzo
saremo la vostra via
riflessa nell’eterno
subrosa
trovare accanto,
l’imposta sbatte,
la tenda stira al vento
noi
l’anima
guanti di fiamme
pei corpi
tra soffi ed asme
noi
cavalli nell’infinito
labbra scavalcate da parole
eterne
oltre menti e stelle
noitristezza
ed allegria
ad un tempo
non solo tempo
noi
canti e sbanca
perchè qui
la voce
come oltre
come luce
atti più alti
sostano
ed è ‘tempo’
come luce
‘se nessuno mi chiede’
je sais les aubes
aux branches claires des tilleuls
l’anima bianca abbeverata d’acque notturne di morti
aux rayons de lune
aux coins
d’eglise
per assistere alla Eucarestia
per parfum de pain
la clarté d’un réverbère tendronnier
la luce di un riflesso ingemma le tenebre
sur la berge des chutes du fleuve
au moyen age, au primetemps vers les brises,
messa alla finestra l’antidomanda iniziale,
aux cieux sont parties craintes et souffrances
della povera anima,
de la si pauvre ‘àme,
que le temps vienne,
venga il tempo...
j’ai perdu ma vie
aux plages
putrefare sous l’affreuse crème
se nessuno mi chiede
peut-’ètre un Soir
m’attend
come luce
...forse una sera m’attende come luce
tant que la lame n’aurà
pas coupé cette cervelle
l’Alto
abbandona la vertigine
il vapore dei sassi in fiamma
il ventre che abbonda
e sbanda scherzi al serio
d’oriflamme d’erba fresca e l’onda...
azzurro come cupo dona
brodo per acqua
collina per arco
m’ammattona la stanza
onta, finchè
dentro voci come luce
a chi non vede
so l’albe dell’alba
dirle tutte sognando l’onda
fonda la tasca di stelle
corpo da due, otto, venti, mesi
anni e racconti
come anima fantasma
mai solo spirito
mai solo, stivo
il corpo nella cosma barca
fondo l’ancora sia penso,
sia temo liquido
e remo
fermo
come luce
scio mortem sine vita...
anima la Sommersa,
fuori campo pei ‘corpo’
steso tra cielo e terra
a sciugare rade di palombari
cerati dall’aére strambante
per vento, per ora radente
per ora lume sgusciante
sine
aggravia l’orénte
del tempo
come luce
sdraio
colmo di spacchi
ho luce nelle fessure
aure di riva
tra lame del fiume
che sia sangue
che sia esangue arme
sdraio
per quanti d’onda
stanco di fugarmi fuggendo
tra luce ombra
sia dolce dormendo
sia lo jato più stretto
radio
per quali sonda
l’anima affonda
sia corpo, sia solo
amorodio
e tutto come spento
fabula la pelle
animale,
trovando un sogno,
sia solo nel cuore
come luce
erano attimi
il respiro tra voi
vita reale
nel riquadro
di pensieri
di visioni
attimi abetaie
anime del mare
stelle adagiate
da scaglie
come luce
nulla senza luce
alza l’aria con un pugno
sovente torna il sogno
la voce sangue antico
il corpo china l’orrore
d’esserci come frate
di fiamme e mare
nulla senza luce
alza l’aria
torna danza
attorno al fuoco
amiamo voi più di voi
noi,
firmamento della vostra nascita,
vero tempo per la vostra vita
morbide spirali di carezze per la vostra morte....
E dislocammo quest’unico battito
a Te, Lontana Maria
lambimmo i deflussi leggeri della paralisi
pulsando ghiaccio di rinuncia e strazianti aloni...
- ed eravamo pronti a cambiarci in voi
Ai vostri ribelli tralci, al midollo della vostra ira
formammo quattro mari per ogni canto
dimorammo nell’afa del cuore, nel vortice del disastro
tuffati al maroso ardore nella saliva e grida...
-ed eravamo pronti a cambiarci in voi
oltre noi.
Ai messaggeri di simboli portammo le ambre di cenere
la sostanza di tutte le voci, la preghiera
il sigillo dei nostri occhi ed un nome...
Due dita e riccioli d’acqua e sangue
l’ora per ora è nulla di fronte al sale
contro rosso splende la sera e requie cerca senso
spengano in nessun luogo, altrove è il nome...
Sia l’intero sorso in cielo,
sia fianco, sia dentro a sei punte
parliamo come ombra per diritto
e cascanti pedali di vecchie biciclette
proiettiamo, finalmente proiettiamo alle sfere
le ruote del vostro amatissimo destino
come luce
Vestite tutta l’armatura di Dio, per poter dimorar ritti,
e fermi contro alle insidie della vostra natura.
Perchè noi non abbiamo il combattimento
contro a sangue e carne;
ma contro ai principati, contro alle potestà,
contro ai rettori del mondo,
e delle tenebre di questo tempo,
contro agli spiriti dello spirito, nei luoghi celesti.
Perciò, prendete tutta l’armatura di Dio,
perchè possiate nel giorno contrastare le tenebre
e perche’ restiate dritti in piedi nel fulcro della luce.
Presentatevi adunque al combattimento,
cinti di verità intorno alla vita
vestiti dell’usbergo della giustizia.
E avendo i piedi calzati della preparazione
dell’evangelo della pace.
Sopra tutto, prendendo lo scudo della fede,
col quale possiate spegnere tutti i dardi infuocati.
Pigliate ancora l’elmo della salute;
e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.
Orando in ogni tempo, con ogni maniera di preghiera,
e supplicazione in Ispirito;
e a questo stesso vegliando, con ogni perseveranza,
ed orazione per tutti i santi.
E per me ancora, perchè mi sia data la parola,
per la quale io sono ambasciatore in catena...
come luce
se in tutto questo dissero che eravamo angeli
dite che eravamo anelli, piume e capelli...
siano uomini o comini che cercano
fuoco, fumo ed anima...
un piccolo mistero prude il dente
l’arso misero, mentre spreme per essere secco
per un piccolo mistero che prende e ribolle presto
dove sta l’impeto dell’impetuoso ometto...
un sorso di taccuino senza lacrime,
un vuoto di dondola-la-bimba
nulla che sia più di un neonato,
del dono di un attimo felice....
me neppure, eppure m’infiora
un rintocco, un frammezzo dell’odierno ieri
che vasta in me, che al vostro silenzio
un suono pare la morte,
oggi
sanguinante acquisto
l’atto del volo, del nome,
di entrambi per la caduta
verso luce
|
|