L’ACQUA
MATERNA
Con una
carezza umida, Flavio
annuncia alla mamma che vuole uscire dal
suo grembo. Il primo fiotto di liquido amniotico – le acque, nel
parlare femminile – conserva il ricordo della ninna nanna che Silvia ha
da poco cantato al suo bambino, “ Ninna nanna, ninna nanna, dormi amore
della mamma…” .
Sono da poco passate le nove di una sera d’aprile, l’aria è tiepida e
la donna s’attarda al tavolo di cucina per un ultimo biscotto e
marmellata , finale di una cena che sembra non riesca a spegnerle il
languore. Ma ecco un secondo umido avvertimento, Flavio è pronto, vuol
vedere il mondo e la sua mamma.
La culla liquida in cui il piccolo è cresciuto conserva impressioni e
memorie, Silvia rimane in silenzio. Al terzo figlio, quasi di certo
l’ultimo, sa che c’è ancora un po’ di tempo e vuole in qualche modo
prolungare quel racconto segreto col suo bambino e ripercorrere i mesi
trascorsi con lui. L’acqua materna l’aiuta, ad ogni fiotto un piccolo
tassello della memoria . Ecco la passeggiata d’autunno in collina, il
tappeto di foglie accoglie i suoi passi scricchiolando appena, c’è
tutta la gamma dei rossi, dei gialli, dei bruni e il piccolo sente
attraverso la mamma la naturale dolcezza del paesaggio.Anche per lui
sarà la stagione preferita. La serenità delle sere passate a preparare
camicine e golfini. Lo stupore e la felicità di essere madre, ancora
una volta.
L’acqua materna, con variazioni biochimiche, trasmette al figlio ogni
sensazione, ogni cambiamento d’umore. E’ un linguaggio profondo,
ancestrale, più forte delle parole.
Ancora un fiotto, è tempo di andare. Il medico sgrida un po’ la donna,
“ Doveva venire subito…” ma lei non ascolta. E’ concentrata sulla
respirazione per aiutare il piccolo a nascere, senza sentire troppo
male. Il pensiero si ferma allo spavento quando due mesi prima è caduta
dal letto, poi sul dolore provato quando annunciando ai nonni l’arrivo
di Flavio si è sentita rimproverare. Tutto ritorna nitido, preciso.
Un ultimo fiotto di liquido amniotico offre il piccolo al mondo. E’ un
po’ spaventato e piangente, Silvia lo accarezza tenendolo su di sé e
lui muove subito la piccola bocca. Nei movimenti che preannunciano il
desiderio del seno, sembra che mandi baci leggeri alla donna.
Il linguaggio equoreo non si interrompe. Dapprima culla ora è ancora
calore, nutrimento e rifugio d’ ogni paura, protezione e medicina.
Silvia lo sa ed è pronta a iniziare il viaggio con Flavio.
Mariarosa
Santiloni