DIE ALCHEMIE LOGIK
Francesco Sine Pelizzoni
‘Tutto ciò che è capito è bene’
Oscar Wilde
La singola operazione
È un diletto silenzioso
Tra le fitte del dubbio
Sgradevole capzioso
Questo e questo sono questo e questo
L’un contro l’altro
Falso svenimento
Vero svanimento
L’acqua è là e non può scorrere
Sarebbe esistito dal tempo senza tempo
Nulla di più grande
Dipanarlo calcolato torto
Ricoverarlo nel bunker di ragione
Ontologie sferiche lo zolfo iroso
Risponde l’eccezione e la bizzarra
Ala racchiusa nel debole buio
Dolce buio
Le mani sono le mani vicine
Azoto blu
Gli occhi sono gli occhi
Luce nella torre azzurra
Sta svegliando in questo istante
L’unico istante che durerà per sempre:
l’atto dell’attimo,
l’anima del mondo
Anabasi:
Lungo fiumi, le sterminate pianure
Paludi e limpide vette
Siano sostanziali gli esseri
Le conoscenze oscure
Limpide ermeneutiche
Alle non-verbali dominanze.
Tramonti di certezze:
il sublime della famiglia animale
a cui ‘partengo quale peculiare
lo denota lo detona…
animale malato
d’infinito corrotto all’identità.
S’era a sera
Con l’anima piomba
S’era ai piedi le stelle
Dove affonda la torba
Del cielo nel mare
Nella tigre delle onde
Ora nell’ora
Tra paventi e spaventi
Tutta la pietra
Del silenzio vibrato
Ravvolto a ritroso velato
A Te, Tu-di-occhi
S’era da lì
Dono notturno
Voce tinta dall’anima
-Forse mai
La trama del tuo Ritorno.
Signore, la sabbia dell’era
Prossima all’ultimo rivolo
Vianda a volo da scoglio
Lasciala andare…
S’era alle affondate mani
Tra farfalle e lanterne
Tra crepe da morirne
Cristalli per cristalli
Non sassume o sussulto
Mani per ferita
Scampana il nulla
Insegna alle mani
Signore, Tu-di-occhi
Insegna alle mani
S’era a esseri sognati
Sbanditi, perduti, di casa
Orologi profondi entro noi
Trovatelli sibili di catture
Nel paradiso
Era l’oblio giocoso sorriso
Così v’orla la luce
Strasse il gorgoglio
Fluttuando per anti-creature
Voi, parole-luna
Nuda-nullesie
Riposa a lungo
L’incrociar vostro
Tra cuore e comete di labbra
Indisparte inonda
La flottiglia dei pensieri
Ancora da affondare
Sfuna l’artiglio
Scaglia per voi
Venti fiori
Straziati di muti rossi e bianchi
E l’ombra
Al vostro orecchio accosta
Tumida mortalmente precisa
Così v’orla il giorno
Da foglia senza cielo
Vacua ressa di brillio
Nel bosco perduto
Ancora segreto l’addio
Una fine, il destino
Fumo a fumo
Stormio d’aureole
Nerbo nervo
Urna d’urla
Osa riposa
Zitta cripta
Stanca sazia
Stanza strazia
Siembanza sembrata
A nasturzio e grinzume
Stemma d’ombre
Chi domina l’assedio
Chi incalza indorati
Inganni chi deflagra
Tavole defisse
Chi nell’elmo numera
Eufrasia dalla tristezza
Lumenora spenta
Viaggio fermo
Da fessura ad ossa
Spasmo salmo
Deverbata cenere
Fortume di gardenia
Ggggggggggggggg
Jjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjj
Jjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjj
Llllllllllllllllllllll
Kkkkkkkkkkkkkkkk
Jjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjj
Ooooooooooooooooo
Lllllllllllllllllllllllllllllllll
kljhhggf
Nel rumore del tuo silenzio
I carillon del tu-sai
Se tu fossi ancora una volta
Luogo dove sporgo me stesso
Condurrei altra strada
avanti
Infinito dell’infinito,
Meister, O Sein zum Tode,
Dove sono i pericoli
Attrezzi immanenti
All’operazione alchemica
Immateriali Elementi
Maturano lo spirito
A maggese del cielo
Smussa la città puntellata
D’oro la Grande Luce
L’amore lassù
Veniente-sfuggente
Favilla sussurra
Urla imbruna
Parole spiate espiate
Senza foglio
A coloro che sussurrano
Da lungo tempo scoperti
Infranti come sigilli
Innazzurra le coste il mare
Restiamo uguali a noi stessi
Cede la sua profondità al cielo
Restiamo uguali a noi stessi
Alita ancora la corazza dell’eternità
Dove morirono,
Svuotati dalle preghiere
Dinoccolati dall’ultima sillaba
Dove morirono
Con passo con respiro
E cessò la creazione dei nomi
Dove morirono
Iniziammo il latte dei ghiacciai
Ineffabili frantumati incendi
Nelle torri di controllo
Dell’anima
Il salto oltre la montagna
Cento zoccoli d’argento
Quell’ardito mistero
Sprofonda ortica nella pelle
L’inesplicata mugolante
Distillazione del lampeggio
In mezzo al mare
In mezzo al mare
La seconda notizia
Il reattore addenta
Lo stelo del sogno
Senza stelle il cielo
Non ha nubi
Il cuore ha ben scavato
Le sue profondità
Patria di pezzi
Decapitati
Per tutta la vita cantarono
L’inesprimibile senza.
Non so
L’obbediente al sapere
Seminato d’albero
All’orizzonte
Di colline di dolcezze
I miei rami si gettano
Nel mare
All’avvento delle rose
In fondo al mare
Sfoglia la voce
Dalle parole senza senso
Alza la voce
Delle parole senza canto
Accogli le ceneri
Nell’ampolla del tuo viso
Dal topazio dei tuoi occhi
Rendi solenne sguardo
A chi soffre,
A chi trasforma
La vita, la tempesta, la nausea
In un fiore.
D’un respiro respiro
Ora per ora
La conchiglia ricolma
Mentre invecchia l’eternità
Nel cratere funerario
L’Alchemico scucchiaia
Inequabile materia
Per il nuovo eterno
D’un respiro respiro
Lungo file di anime
Lungo arcangeli spiumati
Avvolto il punto nervoso
Dieci le fibre, giorno-notte,
dieci le lune, dieci le onda-dam
Il vostro sentir-argento
Verso avvolto di caprifoglio
A riempire il calice
Del lago,
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