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Mariarosa Santiloni

Mariarosa Santiloni è nata a Cividale del Friuli.
 
Giornalista e attiva promotrice culturale, è stata tra i protagonisti dello sviluppo de  I Parchi Letterari  (ideati nel 1990 da Stanislao Nievo e realizzati in numerose regioni italiane con il patrocinio dell’Unione Europea), fino ad assumerne la presidenza dopo la scomparsa del grande scrittore friulano. A partire dal maggio 2008 ha assunto anche la carica di Segretario Generale della Fondazione Ippolito Nievo, che sovrintende, tra l’altro, al coordinamento organizzativo dei Parchi Letterari.
 
I Parchi Letterari si basano su due componenti: Turismo e Cultura. Al visitatore vengono proposte attività in grado di risvegliare la sua fantasia e il suo desiderio di conoscere il territorio da un punto di vista inconsueto, avvicinandosi alle esperienze visive degli autori che di quella realtà geografica hanno lasciato testimonianza. Tutti i Parchi presenti nelle regioni italiane realizzano una intensa attività di produzione culturale, coordinata dalla Fondazione Ippolito Nievo, che prevede, accanto alle forme più tradizionali (presentazione di libri, letture poetiche, premi letterari, ecc.), originali modalità di fruizione turistico-culturale, dove si alternano momenti di vera e propria visita guidata e performance teatrali ispirate a brani letterari.
 
Significativa la produzione della Santiloni anche in campo pubblicistico e saggistico, nell’ambito della quale si ricorda in particolare la trilogia “I Tre Cantastorie del Castello - Ermes di Colloredo, Ippolito Nievo, Stanislao Nievo”, dedicata ai tre grandi scrittori della famiglia nobiliare friulana ed al castello di Colloredo in Friuli, fulcro della loro vicenda umana e letteraria (nonché sede di uno dei più celebri ambienti della letteratura italiana: la “cucina di Fratta” da “Le confessioni di un italiano”).
 
Dal 2008 Mariarosa Santiloni è Segretario Generale di  Gruppo Cultura Italia, organizzazione di categoria rappresentativa degli artisti, che vede la presenza, nelle sue diverse articolazioni associative, di eminenti personalità della cultura, tra cui: Rita Levi Montalcini, Carla Fracci, Ennio Calabria, Claudio Magris, Beppe Menegatti, Walter Pedullà, Fulco Pratesi, Antonio Spinosa, Roman Vlad, Sergio Zavoli.

Maria Rosa Santiloni ha scritto per Subrosa:

L’ACQUA MATERNA

Con una carezza umida, Flavio annuncia alla mamma che vuole uscire dal suo grembo. Il primo fiotto di liquido amniotico – le acque, nel parlare femminile – conserva il ricordo della ninna nanna che Silvia ha da poco cantato al suo bambino, “ Ninna nanna, ninna nanna, dormi amore della mamma…” .
Sono da poco passate le nove di una sera d’aprile, l’aria è tiepida e la donna s’attarda al tavolo di cucina per un ultimo biscotto e marmellata , finale di una cena che sembra non riesca a spegnerle il languore. Ma ecco un secondo umido avvertimento, Flavio è pronto, vuol vedere il mondo e la sua mamma.
La culla liquida in cui il piccolo è cresciuto conserva impressioni e memorie, Silvia rimane in silenzio. Al terzo figlio, quasi di certo l’ultimo, sa che c’è ancora un po’ di tempo e vuole in qualche modo prolungare quel racconto segreto col suo bambino e ripercorrere i mesi trascorsi con lui. L’acqua materna l’aiuta, ad ogni fiotto un piccolo tassello della memoria . Ecco la passeggiata d’autunno in collina, il tappeto di foglie accoglie i suoi passi scricchiolando appena, c’è tutta la gamma dei rossi, dei gialli, dei bruni e il piccolo sente attraverso la mamma la naturale dolcezza del paesaggio.Anche per lui sarà la stagione preferita. La serenità delle sere passate a preparare camicine e golfini. Lo stupore e la felicità di essere madre, ancora una volta.
L’acqua materna, con variazioni biochimiche, trasmette al figlio ogni sensazione, ogni cambiamento d’umore. E’ un linguaggio profondo, ancestrale, più forte delle parole.
Ancora un fiotto, è tempo di andare. Il medico sgrida un po’ la donna, “ Doveva venire subito…” ma lei non ascolta. E’ concentrata sulla respirazione per aiutare il piccolo a nascere, senza sentire troppo male. Il pensiero si ferma allo spavento quando due mesi prima è caduta dal letto, poi sul dolore provato quando annunciando ai nonni l’arrivo di Flavio si è sentita rimproverare. Tutto ritorna nitido, preciso.
Un ultimo fiotto di liquido amniotico offre il piccolo al mondo. E’ un po’ spaventato e piangente, Silvia lo accarezza tenendolo su di sé e lui muove subito la piccola bocca. Nei movimenti che preannunciano il desiderio del seno, sembra che mandi baci leggeri alla donna.

Il linguaggio equoreo non si interrompe. Dapprima culla ora è ancora calore, nutrimento e rifugio d’ ogni paura, protezione e medicina.
Silvia lo sa ed è pronta a iniziare il viaggio con Flavio.

Mariarosa Santiloni




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