Senza Titolo
Ti ho visto nelle Tesmosforiazuse
nudo a corda persuade Ie Pleiadi
a tradire l'Attrazione.
Senza respiro l'aria è un campo di gigli.
A Tebe Eschilo fa muschio
mentre l'oasi mareggia l'antico cuore
nel divino deserto vedono calipsotempo
ed ombre di morti le dune trasfigurano.
Telemaco aspetta. Orna segreti
ingombrando di tristi macchine
la dritta via delle maree sibilline
tra infanzia e morte imminente
Apollo ringrazierà Durante.
Più avanti.
Lascia la casacca, lascia la casa
le stelle fisse, la profondità del cristallo.
Trascorsa la settima, rassegna violenza
alla tigre ed alla vita.
Alla dimora della Trasformazione invita
corpo e guardiano senza clamore
e non senza il fondato motivo delle nozze.
Per lunghi anni questo: chi di chi vive altrove.
Perché sono qui le circostanze
le notazioni, le cifre allegoriche
del conto. Per ultimo resto
si cela, si vela.
Ancora quel sussurro che disgrazia ha voluto e torto.
Venti Ie volte e ventuno la notte
aggiunge
sia per stanchezza, vuoi per solo amore.
Continua a soffrire, temendo ben altro.
Vennero tramonti azzurri.
Nel fiume viola impara la sorgente
il perpetuarsi della medesima sino al mare.
Alle sponde il creato non appartiene raggiungerlo rende impossibile la
vita.
È la forza forte di ogni forza
è l'eclissi, permettere ombra da vederti
ed apparire. Sei perché vedo
di me l'ombra tua.
Cresco. Riduco l'odore in agro
e profumo notte.
Senza stelle sfaro
[…]
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